martedì 17 maggio 2011

il restauro delle poltrone (seggioloni) della Biblioteca Vallicelliana






Oggi ufficialmente abbiamo terminato il corso di aggiornamento di restauro
presso la scuola di restauro da cui deriviamo.
L'oggetto di restauro sono state le dodici poltrone ovvero i seggioloni
dell'inizio Seicento della Biblioteca Vallicelliana che ha origine
nella Libreria dei Padri Filippini.
Questo sarebbe il terzo 'cantiere' svolto presso il complesso dei Padri Filippini
a Chiesa Nuova organizzato dalla scuola.
Il primo cantiere si e' svolto nel refettorio del complesso filippino.
Abbiamo fatto il ripristino degli scranni originali disegnati da Borromini
che erano spostati dentro una saletta vicino all'entrata in via Chiesa Nuova.
Il secondo cantiere era il restauro delle librerie del salone di lettura
della Bibilioteca dell'Istituto Storico per la Storia Medievale sempre
nell'isola dei padri filippini.
Questa volta invece di un intervento allo spazio, abbiamo fatto un intervento
piu' concreto sull'arredo.

Le poltrone, come risultato di un restauro forse degli anni venti e poi piu'
di recente, si trovavano verniciate di un colore marrone scuro.
Percio' a prima vista erano poco leggibili come oggetto autentico
del Seicento, e aveva un'aria quasi neo-rinascimentale.
Togliendo la vernice e' apparso un legno di noce invecchiato con 'gusto',
morbidissimo come il cuoio al tatto.
Poi le scalpellate sotto i braccioli, i segni delle lame del tornio,
i perni di legno fissati con poco o niente colla negli incastri di raccordo
tra i vari elementi costruttivi... tutti questi elementi che accertavano
la loro eta' vera sono man mano diventati visibili.
Inizio Seicento perche' queste poltrone rappresentano uno stile di
'transizione' tra il tardo Rinascimento e il primo Barocco,
con i montanti posteriori dello schienale terminanti in fiamme dorate,
e una leggera inclinazione in dietro dello schienale (che segna
l'inizio della ricerca della 'comodita') che inizia a dare movimento
alla linealita' del Rinascimento....
l'utilizzo dell'imbottitura per i sedili,
e le torniture dei montanti anteriori e delle traverse di essi 'a rocchetto'
sono altri elementi tipici.

Per accertare per davvero dal punto di vista storiografico
la datazione di queste poltrone, sarebbe da
fare un tuffo negli archivi dei Padri, consultando gli inventari e
gli atti della congregazione.
Se i seggioloni sono stati commissionati dai padri stessi
sicuramente ci sarebbe qualche documentazione in forma di
preventivo (con disegno? magari!) o di ricevuta.
Ma questo sarebbe un altro capitolo per la storia di questi arredi.

Credo che grazie a questa esperienza siamo sempre di piu' in grado
di riconoscere, spero, un oggetto autentico del tardo Cinquecento-inizio Seicento.

L'intervento di falegnameria e' stato inanzittutto quello dell'inserimento
di altri perni di legno per rafforzare la struttura.
Abbiamo tolto le cartele aggiuntive di multi-strato messe in un precedente restauro
perche' in realta' queste cartelle non e' che servivano a risolvere
il problema.
Sono stati tolti anche i chiodi che stavano peggiorando lo stato del legno.
(Quando fanno male i chiodi...)

Solo una poltrona ha avuto la sostituzione del sedile eseguita dal nostro
grande Fernando.
Per una poltrona c'e' stato l'aggiunto di un pezzo della fiamma mancante
ma senza doratura. (Finitura con bolo giallo e cera colorata.)
Per un'altra, la ricostruzione delle parte posteriori delle pedane.

Per la finitura, per dar maggior possibilita' al mobile di
'parlare da sola di se stesso', e' stata applicata la cera colorata di bitume
dopo un 'massaggio' con la lana d'accaio media.
(Con la lana d'accaio abbiamo tolto anche lo stucco, senza utilizzare
gli oli per non rendere scuro il legno.)

Il risultato di tutto cio' potete vedere direttamente nel grande salone borrominiano
della Bibilioteca Vallicelliana!

domenica 17 aprile 2011






uno dei primi esempi di una poltrona reclinabile
di fattura italiana settentrionale in noce,
con meccanismo in legno e in metallo.
il meccanismo e' in buona condizione.
restaurato il poggiapiede, che in genere di fattura non molto raffinata.
anche i braccioli sono stati restaurati con inserimenti
di legni mancanti.
finitura in gomma lacca e cera.
la poltrona e' pronta per la vendita e si prevede
una tappezzeria rinnovata con tessuto broccato ocra-rosso.
l'imbottitura dello schienale e' originale, con il crine di cavallo.





una credenza imperiale in noce, con cassetti messi male.
dopo la registrazione dei cassetti,
pulitura degli interni,
restauro delle colonne tarlate,
la ricerca degli anelli di bronzo da mettere sulle colonne,
finitura in gomma lacca e cera senza usare l'olio vaselina
per non scurire il colore del legno biondo.
lavoro fatto in pochi giorni, ma con risultato ottimo.

giovedì 9 settembre 2010














Restauro di una scatola indiana
categoria ‘writing box’ (calamaio)
eseguito nel luglio 2010
da ‘Il Segno’ Laboratorio di Restauro


SCHEDA TECNICA


TIPOLOGIA OGGETTO:
Esemplare di una ‘writing box’ (scatola scrittoio, calamaio) di provenienza anglo-indiana in palissandro rosa, con l’intarsio floreale in ottone sul coperchio, fasce di ottone agli angoli inchiodate, e maniglie laterali ad incasso.
La facciata è a ribalta, che si abbassa con un meccanismo di chiusura in legno e ganci d’ottone.
All’interno del coperchio, scompartimenti per l’inserimento della corrispondenza. L’interno, composto da varie scatole anche segrete, comprende anche un compartimento con chiusura a serrandina in legno.
L’interno è decorato con il velluto, chiodi d’ottone e con il pigmento color oro, ed alcuni pezzi in avorio.

Per vedere un esemplare più antico consultare la scheda su:
http://www.hygra.com/l/in.html

EPOCA:
Fine Ottocento-inizio Novecento.

DIMENSIONI: altezza 19 cm, larghezza 45.5 cm, profondità 30 cm

STATO DI CONSERVAZIONE:
Discreto.
La facciata a ribalta da una parte si e’ staccata con un grosso spacco del legno, molto probabilmente dovuto alla cerniera mal messa all’origine e alla chiusura sforzata nonostante il restringimento del legno.
Mancanza dei pezzi di ottone della decorazione del coperchio.
Due coperchiette sono scheggiate agli angoli.
Mancanza di alcuni pezzi decorativi all’interno.
La carta plastificata incollata forse posteriormente sugli scompartimenti della corrispondenza e’ rovinata.
Mancanza del velluto in alcuni parti.
Rottura della chiusura a gancio della ribalta e mancanza di pezzi in ottone.
Mancanza di alcune fasce decorative messe agli angoli esterni della scatola.
Perdita della finitura.
All’interno, presenza di muffa.


INTERVENTO DI RESTAURO:
1) Pulizia con ammoniaca per la rimozione di muffa.

2) Pulizia con alcol 94% con ovatta.

3) Rimozione del vecchio velluto verde. Si decide di mantenere invece il velluto rosso della scatola interna centrale.

4) Rimozione della carta plastificata incollata sull’interno del coperchio.
Si decide di non mettere alcun carta sull’interno del coperchio, vista la condizione buona del legno e la venatura gradevole.
Rimozione della colla.

5) Riassestamento della struttura generale della scatola con i morsetti.

6) Riassestamento del meccanismo di chiusura della serranda.

7) Ricostruzione dei pezzi mancanti in legno anche decorativi dell’interno.

8) Rimozione di una parte della ribalta dove il legno e’ rovinato. Ricostruzione della parte rimossa con il legno di mogano, con incastri in tre punti, visto che deve subire la forza di chiusura con la cerniera.

9) Ricostruzione della chiusura della ribalta con ganci di ottone.

10) Ricostruzione delle fasce di ottone degli angoli esterni.

11) Inserimento di pezzi di ottone sul coperchio generale per completare il disegno.

12) )Sullo scompartimento con chiusura a serranda, si decide di mettere un nuovo coperchio utilizzando i pezzi decorativi originariamente incollati sulla serranda stessa. Ricostruzione di un nuovo coperchio uguale a quello di sotto per ricreare una simmetria del ‘disegno’ del interno.
(La parte centrale in velluto rosso circondata da scompartimenti in velluto verde.)

13) Per effettuare il sopraddetto cambio, si decide di alzare l’altezza dell’altro coperchio simmetrico attraverso l’inserimento dei piccoli pezzi di mogano.

14) Applicazione del mordente sulle parti ricostruite.

15) Finitura in gomma lacca e cera. i nuovi pezzi di ottone sono stati colorati con l’anilina prima dell’applicazione della gomma lacca.

16) Incollaggio di velluto verde nuovo.

17) Applicazione di nastri di color bordeaux sulle scatole che fungono da maniglie.

lunedì 5 luglio 2010

Il restauro di una toilette ottocentesca













Restauro di un toilette ottocentesco

SCHEDA TECNICA


TIPOLOGIA OGGETTO:
Toilette a cinque cassetti con specchiera intagliata. Le gambe sono intagliate a forma di X con motivi floreali con traversale a forma di X, stile Luigi Filippo.
Il cassetto centrale ha l’apertura a ribalta. Il meccanismo di apertura si trova al lato destro dell’interno del cassetto.
I due cassetti laterali hanno le maniglie intagliate.

EPOCA:
Seconda metà Ottocento.

MATERIALE E TECNICA DI COSTRUZIONE:
Le gambe sono in noce. Il piano e la fascia della tavola sono in abete impiallacciati con radica di noce.
I cassetti sono di abete e di acero, con facciate impiallacciate in radica di noce.

DIMENSIONI:
Toilette: altezza 81 cm, larghezza 94 cm, profondità 51 cm
Specchiera: altezza 66 cm, larghezza 94 cm

STATO DI CONSERVAZIONE:
Buono.
Le gambe presentano l’indebolimento di struttura dovuta alla colla di falegname invecchiata e al restringimento del legno.
Le cartelle sono distaccate dalle gambe per il restringimento del legno.
Le gambe presentano delle spaccature.
Si osserva un lieve difetto nella costruzione originale. (Le gambe non sono fissate in modo simmetrico).
L’asse del piano presenta una spaccatura che ha rovinato in parte l’impiallacciatura. Il piano ha perso una buona parte della sua laccatura originale a causa di una pulitura non adeguata.
Il fondo del cassetto centrale presenta alcune spaccature.
Mancanza di una maniglia di un cassetto.

INTERVENTO DI RESTAURO:
Pulitura:
Con alcol 94 % e ovatta. Solo in alcuni punti con la paglietta d’acciaio fine.
Falegnameria:
Per la conservazione del mobile, si è deciso di non procedere con la scomposizione delle varie parte costruttive delle gambe, ma procedere con il consolidamento strutturale delle gambe attraverso gli inserimenti di legni nella fessura tra la fascia del tavolo e le gambe.



Da un solo lato, sono state tolte le cartelle oramai distaccate dalle gambe poi rimesse con colla falegname e chiodi.
Inserimento della colla di falegname nei incastri dei traversali ad X.
Inserimento di due perni per consolidare l’estremità delle gambe. Inserimenti di legni nelle spaccature delle gambe.
Inserimento di pezzi di impiallacciatura in noce e in acero sul piano, soprattutto
dove erano inseriti i perni per fissare la specchiera, resa indipendente nel corso del restauro su richiesta del proprietario.
Intaglio della maglia mancante. Il legno che è stato utilizzato è il noce ricavato da un mobile della stessa epoca.

lunedì 14 giugno 2010

Restauro di un Bambino Gesù











SCHEDA TECNICA

TIPOLOGIA OGGETTO:
Statua di Bambin Gesù in piedi con crocifisso, fissato

EPOCA:
Presumibilmente seconda metà Ottocento

MATERIALE E TECNICA DI COSTRUZIONE:
Base: castagno.
Statua: gesso laccato e cerato, occhi in cristallo
Aureola: latta

DIMENSIONI: (da aggiungere)

STATO DI CONSERVAZIONE:
Buono. Caduta una buona parte della capigliatura. L’ottanta percento dei pezzi originali della capigliatura frantumata è stato conservato dal proprietario. Mancanza del mignolo del mano sinistro. Crepa visibile di un restauro precedente dove e’ stato riincollato il braccio

INTERVENTO DI RESTAURO:

1) Pulitura generale con ovatta umida.
2) Eliminazione del vecchio pigmento di un restauro precedente.
3) Applicazione dei pezzi di capigliatura frantumata con la colla di coniglio.
4) Ricostruzione dei pezzi mancanti con la pastiglia (gesso di Bologna e colla di coniglio).
5) Scolpita la pastiglia per accompagnare il resto della capigliatura recuperata.
6) Ricostruzione del mignolo con la pastiglia
7) Stesura della lacca sulla capigliatura ricostruita.
8) Stesura della pastiglia sulla faccia, le braccia e le gambe dove manca il colore originale, dopo aver carteggiato, stesura del colore.
9) Riempimento delle crepe con la pastiglia, dopo aver carteggiato, stesura del colore.
Applicazione della cera e lucidatura finale.