




Oggi ufficialmente abbiamo terminato il corso di aggiornamento di restauro
presso la scuola di restauro da cui deriviamo.
L'oggetto di restauro sono state le dodici poltrone ovvero i seggioloni
dell'inizio Seicento della Biblioteca Vallicelliana che ha origine
nella Libreria dei Padri Filippini.
Questo sarebbe il terzo 'cantiere' svolto presso il complesso dei Padri Filippini
a Chiesa Nuova organizzato dalla scuola.
Il primo cantiere si e' svolto nel refettorio del complesso filippino.
Abbiamo fatto il ripristino degli scranni originali disegnati da Borromini
che erano spostati dentro una saletta vicino all'entrata in via Chiesa Nuova.
Il secondo cantiere era il restauro delle librerie del salone di lettura
della Bibilioteca dell'Istituto Storico per la Storia Medievale sempre
nell'isola dei padri filippini.
Questa volta invece di un intervento allo spazio, abbiamo fatto un intervento
piu' concreto sull'arredo.
Le poltrone, come risultato di un restauro forse degli anni venti e poi piu'
di recente, si trovavano verniciate di un colore marrone scuro.
Percio' a prima vista erano poco leggibili come oggetto autentico
del Seicento, e aveva un'aria quasi neo-rinascimentale.
Togliendo la vernice e' apparso un legno di noce invecchiato con 'gusto',
morbidissimo come il cuoio al tatto.
Poi le scalpellate sotto i braccioli, i segni delle lame del tornio,
i perni di legno fissati con poco o niente colla negli incastri di raccordo
tra i vari elementi costruttivi... tutti questi elementi che accertavano
la loro eta' vera sono man mano diventati visibili.
Inizio Seicento perche' queste poltrone rappresentano uno stile di
'transizione' tra il tardo Rinascimento e il primo Barocco,
con i montanti posteriori dello schienale terminanti in fiamme dorate,
e una leggera inclinazione in dietro dello schienale (che segna
l'inizio della ricerca della 'comodita') che inizia a dare movimento
alla linealita' del Rinascimento....
l'utilizzo dell'imbottitura per i sedili,
e le torniture dei montanti anteriori e delle traverse di essi 'a rocchetto'
sono altri elementi tipici.
Per accertare per davvero dal punto di vista storiografico
la datazione di queste poltrone, sarebbe da
fare un tuffo negli archivi dei Padri, consultando gli inventari e
gli atti della congregazione.
Se i seggioloni sono stati commissionati dai padri stessi
sicuramente ci sarebbe qualche documentazione in forma di
preventivo (con disegno? magari!) o di ricevuta.
Ma questo sarebbe un altro capitolo per la storia di questi arredi.
Credo che grazie a questa esperienza siamo sempre di piu' in grado
di riconoscere, spero, un oggetto autentico del tardo Cinquecento-inizio Seicento.
L'intervento di falegnameria e' stato inanzittutto quello dell'inserimento
di altri perni di legno per rafforzare la struttura.
Abbiamo tolto le cartele aggiuntive di multi-strato messe in un precedente restauro
perche' in realta' queste cartelle non e' che servivano a risolvere
il problema.
Sono stati tolti anche i chiodi che stavano peggiorando lo stato del legno.
(Quando fanno male i chiodi...)
Solo una poltrona ha avuto la sostituzione del sedile eseguita dal nostro
grande Fernando.
Per una poltrona c'e' stato l'aggiunto di un pezzo della fiamma mancante
ma senza doratura. (Finitura con bolo giallo e cera colorata.)
Per un'altra, la ricostruzione delle parte posteriori delle pedane.
Per la finitura, per dar maggior possibilita' al mobile di
'parlare da sola di se stesso', e' stata applicata la cera colorata di bitume
dopo un 'massaggio' con la lana d'accaio media.
(Con la lana d'accaio abbiamo tolto anche lo stucco, senza utilizzare
gli oli per non rendere scuro il legno.)
Il risultato di tutto cio' potete vedere direttamente nel grande salone borrominiano
della Bibilioteca Vallicelliana!